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Barilott di Paternoster: l'Aglianico che racconta un’altra Basilicata

Barilott di Paternoster: l'Aglianico che racconta un’altra Basilicata

Barilott è la nuova etichetta di Paternoster omaggio alla città di Barile. Un’interpretazione giovane e fresca dell’Aglianico, pensata per raccontare a tutto tondo il particolare territorio vitivinicolo del Vulture, spesso avvolto dal mistero.

Bariliott è un vino che parla del Vulture e di un territorio specifico. Già nell’etichetta dichiara la propria provenienza: “Bariliott”, ovvero “di Barile” il paese che ha dato i natali alla famiglia Paternoster, fondatrice dell’omonima cantina in Basilicata, icona del Vulture, il vulcano spento che domina la regione. La famiglia Tommasi, assieme all’enologo Fabio Mecca, ha voluto creare un vino capace di inserirsi perfettamente nel progetto di sviluppo dell’azienda, in perfetta continuità con il lavoro in vigna e cantina, senza disperdere le fondamentali radici e tradizioni, che contraddistinguono la chiara identità e cifra stilistica di Paternoster, che si ritrova nei suoi vini. Il Barilott, in particolare, è un vino che racconta un terreno turaceo, frutto di un'antica eruzione vulcanica di 130 milioni di anni. Tutto ciò, oggi è noto come zona della DOC Aglianico, sovrastata dal Monte Vulture, simbolo della Basilicata.

12.000 sono le bottiglie di Barilott disponibili per l’annata 2021. Fabio Mecca, da sempre legato alla famiglia dei Paternoster ha voluto puntare tutto su un prodotto che racconti il territorio utilizzando uve 100% Aglianico del Vulture di assoluta qualità, rendendo gli interventi di cantina necessari solo in piccola quantità. Il risultato è un vino che racconta la filosofia di Paternoster e del territorio del Vulture, spesso difficile da vivere e lavorare. “Per il Bariliott abbiamo scelto vigneti di età media compresi tra i sei e gli otto anni, allevati a guyot secondo il metodo biologico. In cantina è stata successivamente eseguita una vinificazione classica in rosso con fermentazione e macerazione per 12/15 gg in acciaio con follature manuali giornaliere e costante controllo della temperatura. Si è poi proseguito con una fermentazione malolattica in acciaio, affinamento 50% della massa in tino di Rovere di Slavonia per 12 mesi e un affinamento finale di 6 mesi in bottiglia. Il tutto per ottenere un risultato finale ottimale: un’interpretazione fresca dell’Aglianico ma perfettamente rappresentativa del Vulture e dei suoi vini”.

"Abbiamo voluto raccogliere la storia, le tradizioni di più di 90 vendemmie che si intrecciano con la realtà di Paternoster e fonderle insieme in una versione fresca e giovane di Aglianico. – spiega Piergiorgio Tommasi, Tommasi Family Estates – Questa regione della Basilicata ha un enorme potenziale in costante crescita, tale grazie alla famiglia Paternoster che da ormai più di tre generazioni ha investito nel Vulture. Noi Tommasi siamo fieri di questa collaborazione e di questa unione di intenti, che trova il suo culmine nel trasmettere al mondo la forza di questo terroir tanto sfidante quanto speciale, il Vulture, appunto, caratterizzato da un suolo vulcanico capace di dare vita a vini intensi, dall’identità precisa, a cui abbiamo voluto dare un’interpretazione moderna e gioviale: il nostro nuovo Bariliott".