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Robert Princic reinterpreta la sua visione di Friuli con il Collio Riserva

Robert Princic reinterpreta la sua visione di Friuli con il Collio Riserva

Attaccamento alla terra, identità familiare e passione per la viticoltura, sono questi i valori che Robert Princic ha voluto raccontare con il suo Collio Riserva 2017 firmato Gradis’ciutta. Una sintesi perfetta dei tratti iconici e identitari della famosa “mezzaluna” del vino italiano.

Ci sono progetti enologici che sono dei veri e propri manifesti oltre che autentiche dichiarazioni di amore e attaccamento per il territorio da cui nascono. Ne è un esempio emblematico il Collio Riserva di Robert Princic, viticoltore del Collio, la cui azienda, Gradis’ciutta, è arrivata oggi a produrre 200mila bottiglie grazie ai 40 ettari vitati siti nei comuni di San Floriano del Collio, Gorizia, Capriva del Friuli e Dolegna del Collio.

Un vino che fin dal nome “scritto volontariamente in grande in etichetta” come ama ricordare Princic vuole esprimere con forza l’essenza del terroir da cui nasce. “Attraverso il Collio Riserva – spiega il titolare di Gradis’ciutta ho voluto dare una mia personale interpretazione delle caratteristiche uniche di questo territorio con l’intento di unire armoniosamente vitigni altamente identitari e rappresentativi del Collio. L'annata 2017 è la perfetta sintesi di questi elementi, rafforzati grazie ad un buon andamento climatico caratterizzato da un bilanciamento fra temperature e piogge. Un’annata all’insegna dell'equilibrio insomma. In particolare, le piogge autunnali hanno aiutato a conservare integrità aromatica e finezza che ritroviamo nei nostri vini e in particolare nel nostro Collio Riserva ".

Quello del Collio Riserva è un progetto cominciato da Robert Princic nel 2009 con la volontà di produrre un bianco vinificato esclusivamente con i vitigni autoctoni Ribolla gialla, Malvasia e Friulano, fermentato in botti di legno da dieci ettolitri. Si riprendono così quelle antiche tradizioni del Collio che furono inserite inizialmente nel disciplinare del Consorzio nel 1968, codificando un’usanza secolare che vedeva un uvaggio a base della varietà più diffusa – la Ribolla – con l’aggiunta delle altre due varietà più apprezzate dai consumatori: Malvasia istriana e Friulano. Un vino che, inoltre, può definirsi “Riserva” in quanto è sottoposto ad un periodo di invecchiamento, compreso l’eventuale affinamento, non inferiore ad un anno.

Ritengo che il Collio Riserva – racconta il titolare di Gradis’ciutta – sia uno vino che per la sua storia, semplicità ma al contempo ricchezza di sentori e profumi, potrà continuare a sorprendere e conquistare i palati. È un vino che vuole esprimere anche la capacità di invecchiare e maturare, caratteristica tipica dei vini del Collio. Un manifesto capace più di mille parole di raccontare la potenzialità vitivinicola della “mezzaluna” del vino più famosa d’Italia”. Estremamente apprezzato anche da Decanter che nella sua guida 2021 gli ha conferito ben 97 punti, descrivendolo come “Un vino pieno e succoso con sapori di frutta matura, note di lino, fiori secchi e spezie. Un vino che si riconosce per il suo bellissimo equilibrio e per la sua bella nota di acidità che porta ad un finale glorioso.”